LA VESPA (The Wasp) - con Guenda Goria e Miriam Galanti
con Guenda Goria e Miriam Galanti
di Morgan Lloyd Malcolm
traduzione Enrico Luttmann
regia Piergiorgio Piccoli
produzione Theama Teatro
coproduzione Todi Festival
musiche Federico Pelle
video Massimiliano Zago
sculture Giovanni Grey Grigoletto
tecnica Siaidee di Claudio Scuccato
assistente alla regia Anna Farinello
un ringraziamento speciale per la foto a Giuseppe Gradella
debutto al Festival di Todi, XXXV edizione, il 31 agosto 2021
La Vespa è un thriller psicologico, caratterizzato da un linguaggio tagliente e diretto, per cui se amate i colpi di scena e i finali inaspettati è lo spettacolo giusto.
Così come la creatura da cui è ispirato il titolo, La Vespa non è affatto un testo garbato, bensì è una storia pungente, violenta, a volte divertente, spesso dolorosa. Un esemplare raro di quest’insetto avvelena la tarantola, la paralizza e depone le sue uova nel corpo della vittima. Essa diventerà ospite parassitario e incubatrice per la piccola vespa che, crescendo, ne mangerà poco a poco l’interno fino a quando non sarà pronta per uscire. Anche se non si corre il rischio di provare il dolore fisico provocato dalla puntura della vespa, o della stessa tarantola, si ritrova la stessa tensione per la sopravvivenza tra le due protagoniste. Ma la domanda è: chi è la vespa e chi il ragno?
Erica e Carla non si vedono dai tempi della scuola. Le loro vite hanno avuto dei percorsi molto diversi: Carla vive alla giornata, mentre Erica è una donna in carriera, con un marito e una bella casa. Sono in un bar, bevono tè e intrattengono una strana conversazione fino a quando Erica non esibisce una borsa contenente una considerevole somma di denaro: la ricompensa per un’inaspettata richiesta.
Da qui un dialogo serrato, tagliente; una tensione crescente che lascia lo spettatore senza fiato. Quanto conosciamo le protagoniste? Quanto il loro passato le condiziona nel presente?
La trama potrebbe, da qui, apparire inverosimile, ma la puntura de La Vespa non è tanto basata su cosa succederà, ma su perché succederà. Quale sarà il susseguirsi logico degli accadimenti? Ad un certo punto si può supporre di avere sufficienti informazioni sulla situazione delle due protagoniste e sulla loro storia, ma nel corso dello spettacolo, un po’ alla volta, ci rendiamo conto di avere solamente scalfito la superficie del loro vissuto.
L’amicizia tra classi sociali diverse, la realizzazione attraverso la maternità, il rapporto di coppia, la sessualità, sono alcuni dei temi che muovono la psiche delle due donne, e con i quali lo spettatore non potrà evitare di confrontarsi. Ed ecco poi apparire, nell’evolversi della vicenda, lo spettro dei disturbi mentali legati alla violenza domestica e l’abuso sessuale, in una dolorosa esplorazione dei modi in cui l’essere umano, riversando la propria sofferenza sull’altro, alimenta un ciclo perpetuo delle crudeltà reciproche.
Ripercorrendo all’indietro il filo rosso del cinismo, della frustrazione o dell’invidia, sarà evidente il riferimento esplicito al problema del bullismo giovanile, questa volta fra donne, e della violenza di genere all’interno dello stesso genere. Eppure, nelle differenze tra Erica e Carla, le due protagoniste, si intravede una breccia di speranza: la scelta tra gentilezza e violenza è sempre possibile.
Il dramma si svolge prevalentemente nel soggiorno borghese di Erica. L’equilibrio di forza e potere tra le due donne oscilla continuamente, confonde lo spettatore senza permettergli di schierarsi. Quante volte, in quanti modi, da quante persone una donna può essere violentata nella vita?
Le attrici Guenda Goria e Miriam Galanti, con la loro capacità di destreggiarsi fra tecnica e naturalezza, esplorano con perizia le diverse sfaccettature dei loro personaggi, inizialmente solo abbozzandoli attraverso stereotipi sociali opposti e dimostrando poi, verso la fine dell’opera, una sensibilità tale da far risaltare al meglio la complessità e la profondità delle due protagoniste, al punto da avvicinarle e renderle molto più simili fra loro di quanto mai si potesse immaginare.
La regia di Piergiorgio Piccoli si basa sull’essenzialità della messa in scena e sulla forza intrinseca del testo, valorizzando al meglio le capacità di immedesimazione delle interpreti.
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GUENDA GORIA
Artista poliedrica nel panorama italiano e internazionale.
Figlia d’arte si appassiona fin da piccola allo studio della musica, danza e arti sceniche. Diplomata al Conservatorio Verdi di Milano e Laureata in Filosofia Estetica, studia danza classica e tit-tap per dieci anni sotto la direzione della prima ballerina della Scala Anna Maria Bruno dopo qualche anno di attività concertistica internazionale (Shanghai international Festival, Trofeo Castro Alves di Salvodor de Bahia, Stati Uniti..) si appassiona alla recitazione, entra al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sotto la direzione di Giancarlo Giannini e debutta a teatro con Maurizio Scaparro ne La coscienza di Zeno e al cinema con Roberto Faenza nel film internazionale in inglese Anita B.
Ha lavorato come attrice con grandi maestri come Matteo Garrone nel Racconto dei racconti, Pupi Avati, Gianfranco Pannone, Gerardo Placido, i Manetti Bross; nelle opere prime cinematografiche di Stefano Alpini nel Giocatore invisibile, Monica Mazzitelli in The coltrain code e Cesare Furesi nel film Chi salverà le rose? candidato a tre globi d’ oro e vincitore di numerosi premi internazionali, nelle fiction tv Il paradiso delle Signore, Un passo dal cielo, Giochi sporchi, Crimini e con giovani registi teatrali come Juan Puerta Lopes e Alberto Oliva nel Don Giovanni di Puskin.
Appassionata alla drammaturgia contemporanea teatrale esordisce alla regia con lo spettacolo Nel buio dell’ America co-prodotto dal teatro Litta di Milano dove mette in scena un testo di Joyce Carol Oates e inaugura un sodalizio professionale con la madre Maria Teresa Rutache qui interpreta una spietata conduttrice televisiva. Sodalizio che continua in Recitar Mangiando e in Sinceramente Bugiardi dove mamma e figlia recitano una accanto all’ altra con grande successo di pubblico e critica.
Debutta al Festival di Todi come assoluta protagonista nello spettacolo-concerto dove interpreta Clara Schumann: una delle pianiste più importanti della storia della musica, raggiungendo grande successo di pubblico e critica.
MIRIAM GALANTI
Miriam Galanti è originaria di Mantova, si trasferisce a Roma dove nel 2015 si diploma in recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Si divide tra il teatro, la televisione e il cinema.
Sul palcoscenico tra gli altri è stata diretta da Marcello Cotugno in “Miracoli!”, da Francesco Frangipane ne “Il Misantropo” e da Marco Simon Puccioni in “After the end”. Per la televisione ha partecipato a fiction di successo come “Che Dio ci aiuti” e “Don Matteo” oltre a lavorare come inviata e conduttrice in vari programmi tra cui ad esempio la maratona di “Telethon”.
Al cinema ha recitato in pellicole come “5” di Francesco Dominedò, “Quando corre Nuvolari” e “Scarlett” diretta da Luigi Boccia nel 2017 di cui è protagonista. Nel 2019 è nel cast del film “In the trap” un horror psicologico di Alessio Liguori dal forte impatto emotivo ambientato in Inghilterra. Qui è l’unica attrice italiana, è la co-protagonista accanto a Jamie Paul (Black Mirror) David Bailie (I pirati dei caraibi, La casa di Jack) e Sonya Cullingford.
Ha partecipato a molti cortometraggi tra i quali il pluripremiato fashion movie “The good italian II” in cui è protagonista accanto a Giancarlo Giannini e “Belle bimbe addormentate” diretto da Dario Argento e presentato al Sitges Film Festival nel 2019. Ha ottenuto molti premi per la sua interpretazione in “Metamorfosi” sul tema del femminicidio, tra i premi spicca quello ricevuto al Festival del Cinema di Venezia nel 2014 “A new talent beyond”
Nel 2019 sempre la Festival del Cinema di Venezia riceve il Premio Kineo Guest Star. Nel 2020 da metà settembre ha condotto accanto a Dario Vergassola “Sei in un paese meraviglioso” in onda su Sky Uno e Sky Arte. Nel 2021 sempre su Sky Arte conduce “Dante, la visione nell’arte”.
MORGAN LLOYD MALCOLM
Drammaturga e sceneggiatrice inglese di successo, autrice di accattivanti personaggi femminili, predilige creare atmosfere in cui la donna è protagonista assoluta. La possibilità di scoprire, per la prima volta in Italia, due personaggi femminili così ben disegnati nelle loro contraddizioni, è un’occasione da non perdere.
The Globe le ha commissionato Emilia diventato uno spettacolo acclamato dalla critica e dal pubblico nell’estate del 2018 e poi al West End nel 2019. Nel 2020 Emilia ha vinto 3 Olivier Awards.
Tra alcune delle sue precedenti opere troviamo Belongings (Hampstead Theatre and Trafalgar Studios/West End ) e The Wasp, (Hampstead Theatre and Trafalgar Studios/West End).
Morgan ha anche co-scritto con Katie Lyons, opere site specific prodotte da Look Left Look Right, come You Once Said Yes, Above and Beyond e Once Upon a Christmas. Ha fatto parte del team di scrittori per il Lyric Hammersmith’s pantomimes dal 2009-2012 e scritto Bolton Octagon’s Christmas per il 2013 e 2014.
Alcuni dei suoi lavori più recenti includono sceneggiature originali per Gaumont, storica casa cinematografica francese, e due episodi di una commedia per Merman Film. Morgan sta anche lavorando all’adattamento cinematografico di Emilia e The Wasp.
LE ASTUZIE FEMMINILI - La muger dell'ottoman
COMMEDIA BRILLANTE IN LINGUA VENETA
di Aristide Genovese
con Aristide Genovese, Piergiorgio Piccoli, Anna Zago, Daniele Berardi, Anna Farinello
regia Piergiorgio Piccoli
La comicità e gli equivoci sono i veri protagonisti di questa commedia ambientata nella colorata e vivace Venezia del Settecento. Al centro della scena c’è Madama Lucrezia, una dama sveglia e intraprendente, costretta a una vita di reclusione da un marito, l’antiquario Gerardo, che farebbe invidia al più geloso dei catenacci. Ma il Carnevale è alle porte, Gerardo è in viaggio a Padova, e Lucrezia non ha nessuna intenzione di starsene con le mani in mano!
Insieme alla fedele serva Elisabetta, Lucrezia attira in casa il suo spasimante, il timido e impacciato sior Tonin. Il povero Tonin, innamorato cotto, si ritrova a balbettare frasi d’amore e a inciampare nei suoi stessi piedi, offrendo a Lucrezia un irresistibile spettacolo di comicità involontaria. Quando finalmente Tonin si fa coraggio, il destino (o meglio, Gerardo) decide di metterci lo zampino: l’antiquario torna a casa con il suo ultimo acquisto, un imponente spadone del ‘500.
La situazione precipita in una serie di esilaranti equivoci, dove Tonin si ritrova nascosto in un angolo, Lucrezia lo usa come “bersaglio” per il marito che prova la lama e, per un pelo, il povero nobiluomo non si ritrova con la gola squarciata. Ma Tonin, pur malconcio, non si arrende. La vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo e, nel suo caso, a Venezia.
Con una mossa da vero stratega, Tonin invita marito e moglie a casa sua con due pretesti diversi. Ma non è più il Tonin ingenuo di prima! Il nobiluomo è ora trasformato in un maestro dell’ironia e della malizia, pronto a mettere in atto il suo piano di vendetta in un crescendo di risate e colpi di scena.
Tra scambi di persona, inganni e rocamboleschi imprevisti, il finale vi lascerà a bocca aperta. Lucrezia e Tonin riusciranno a coronare il loro sogno d’amore, mentre Venezia si prepara a festeggiare il Carnevale. Preparatevi a una commedia spassosa e frizzante, che vi farà ridere dall’inizio alla fine!
VELENO A COLAZIONE
COMMEDIA BRILLANTE IN LINGUA ITALIANA
di Emmanuel Robert Espalieu
traduzione Giulia Serafini
con Antonella Maccà e Matteo Zandonà
regia Piergiorgio Piccoli
Una coppia si ritrova a colazione all’inizio dell’ennesima domenica di una convivenza forse vissuta con troppa monotonia e troppa routine, dopo molti anni di matrimonio senza figli. Viene subito alla luce il tentativo assurdo ma determinato della moglie di sopprimere il marito con un potente veleno, che farà effetto entro il tempo di durata dello spettacolo. Da qui un’escalation di cattiverie, frecciatine e crudeltà, con l’incubo delirante del pericolo che incombe, dove la coppia manifesta i propri difetti, le fragilità e le contraddizioni, in un pericoloso duello tragicomico. Le dinamiche più contorte del matrimonio vengono sviscerate attraverso un umorismo spietato, feroce, graffiante e crudele. L’assurdità e il paradosso regnano sovrani fra i due, che si rinfacciano a vicenda gli episodi più insignificanti della loro vita di coppia e i reciproci errori, in un susseguirsi a raffica di divertenti colpi di scena fino ad un finale imprevedibile e davvero divertente.



