SIRENE - L'ULTIMO INCANTO
progetto LCZ Laquidara-Carlesso-Zago
con Stefania Carlesso, Patrizia Laquidara, Anna Zago
testo e regia Anna Zago
consulenza drammaturgica e registica Piergiorgio Piccoli
ricomposizioni musicali, drammaturgia sonora,sound design Patrizia Laquidara
consulenza musicale Alfonso Santimone
luci e scene Franco Sinico
allestimento scenotecnico Adriano Pernigotti
costumi Anna Zerbaro e Mariaclara Zanin
studio di registrazione Basement Studio
produzione Theama Teatro
debutto 13, 14, 15, 16, 17 ottobre 2021 al 74° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Video promo > https://youtu.be/bSgSDSM-B9w
TRE VOCI PER UN INCANTO, UN INCANTAMENTO E UN INCANTESIMO. Un luccichio di specchi, di sottili riverberi, di onde che si infrangono e precipitano in un tempo che non è più tempo, in un luogo che è tanti luoghi, in un universo di voci che si rincorrono, gridano, cantano. Sono loro, le Sirene, creature dell’aria, dell’acqua e del mito, custodi di verità e conoscenza, ma anche di un desiderio che è Eros e Thanatos, seduzione e follia. Tutto accade in uno spazio fluido, mutante, attraversato da uno specchio d’acqua, dove le tre sirene danzano, cantano nella lingua degli dei e degli uomini ed intanto evocano storie di marinai: di quel glorioso Odisseo, eroe leggendario, ma anche uomo egoista, distante, incapace di generosità, fedeltà e tenerezza. L’ultimo incanto è proprio il grido dell’eroe fatto uomo, che fino all’ultimo non smette di cercare sé stesso.
Immerso in una scenografia d’acqua e di specchi, dove il buio distilla gocce di luce ed il canto nudo s’innerva su un tessuto acustico ora arcaico ora trasparente e nuovo, lo spettacolo si risolve in una sorta di sinestesia avvolgente e fiera.
‘Sirene – l’ultimo incanto’ è frutto di una ricerca che fonde drammaturgia teatrale e drammaturgia musicale, ricreando un paesaggio sonoro che immerge lo spettatore nella seduzione magica del bianco scoglio. Le sirene tornano quindi ad incantare anche l’uomo di oggi attraverso la parola, il canto, il sussurro, il ricordo, il sollievo e la paura.
Note di regia
“Avvicinati, voglio cantare il tuo nome!” questo dicono le Sirene ai marinai, agli uomini di ieri e di oggi, che passano vicino al loro scoglio. Li attendono per rivelare loro una verità che è seduzione e pericolo allo stesso tempo. Questo progetto spettacolo nasce dal desiderio di indagare il tema dell’incanto e dell’incantamento, di cui le sirene sono da sempre simbolo nel nostro immaginario, ovvero di quel mondo che sta a metà tra l’umano ed il divino, ma che sa ricongiungerci allo stesso tempo alla parte più animalesca di noi stessi, simbolo del desiderio in tutte le sue forme! Questa idea ha trovato vita nell’incontro con Patrizia Laquidara e Stefania Carlesso, due artiste che già stavano portando avanti autonomamente questa indagine: la ricerca musicale di Patrizia Laquidara sul tema della sirena sviluppata nel suo album “Il Canto dell’Anguana” che l’ha portata a vincere la Targa Tenco e il lavoro su Penelope che Stefania Carlesso aveva affrontato portandone in scena un adattamento dall’Ulisse di Joyce.
Ci è voluta cautela, ma allo stesso tempo un po’ di coraggio. Quello che la tradizione riporta sulle Sirene è che incantavano gli uomini con la loro voce e con la loro promessa di conoscenza, ma quale sia questa conoscenza e quale forma avesse questa voce non ci è dato sapere.
Nella nostra interpretazione, la conoscenza che attendeva Ulisse è il racconto di sé fatto da un’altra voce, visto da altri occhi, comprendere quello che siamo attraverso quello che non possiamo vedere da soli. Abbiamo bisogno di un altro che completi la visione di noi stessi per conoscere quanto è salda la rete su cui camminiamo, per trovare il coraggio di vederci per quello che siamo, per trovare la libertà di conoscerci.
Affrontare queste figure dal punto di vista teatrale è stata una vera e propria sfida, anzi le sfide sono state due: una cercare di ricreare l’ambiente sonoro di questa fascinazione e l’altra immaginare quale potesse essere la verità rivelata dalle sirene, una verità così cruda e terribile da poter condurre alla morte. Fondamentale il lavoro di drammaturgia musicale e di sound design, curato da Patrizia Laquidara, che ricrea un paesaggio sonoro dove il canto nudo si mescola a voci rielaborate e a campionamenti creando un tessuto dove si alternano suoni ora stranianti, ora trasparenti e leggeri come vapori, a tratti arcaici e giocosi in un intreccio continuo e risonante con le voci delle tre protagoniste.
Per immaginare invece quale potesse essere la verità rivelata, siamo partite da l’Ulisse omerico e dalle numerose interpretazioni letterarie, in particolare soffermandoci sulle suggestioni di Kafka e di Pascoli. Ci siamo focalizzate sul suo secondo viaggio, quello da cui non tornò, quello che, alla ricerca della conoscenza, forse lo spinse nuovamente tra le braccia delle sirene. Ma quale verità avrebbero potuto rivelare di così terribile da spaventare questo eroe dalle mille forme, dalla mille astuzie e dai mille dolori? La voce delle sirene, per noi, rappresenta quello che Ulisse non ha saputo o voluto ascoltare, ovvero due voci di donna: la più giovane e la più vecchia, la fanciulla e la sposa, l’amore non consumato e l’amore aspettato.
Non c’è attualità nelle sirene c’è piuttosto universalità, perché hanno un nome antico ma in realtà mutano continuamente. Gli uomini, oggi come allora, sono di fronte allo scoglio bianco, spinti dalla paura e dal desiderio di sapere chi sono, di abbandonarsi ad un ultimo incanto
CLITENNESTRA - i morsi della rabbia
di e con Anna Zago
regia Piergiorgio Piccoli
voce Anna Farinello
costumi Elena Ochian
musiche ed effetti Simone Piccoli
produzione Theama Teatro
debutto 16,17,19,20 ottobre 2020 in PRIMA NAZIONALE al 73° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile: crudele, violenta, adultera e assassina è l’incarnazione del male e delle scelte scellerate: per i Greci è una kynopis, faccia di cagna, un vero e proprio mostro. Uccide il marito Agamennone e la sua amante, la schiava Cassandra, a colpi di scure … continua
CLITENNESTRA - i morsi della rabbia
di e con Anna Zago
regia Piergiorgio Piccoli
voce Anna Farinello
costumi Elena Ochian
musiche ed effetti Simone Piccoli
produzione Theama Teatro
debutto 16,17,19,20 ottobre 2020 in PRIMA NAZIONALE al 73° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile: crudele, violenta, adultera e assassina è l’incarnazione del male e delle scelte scellerate: per i Greci è una kynopis, faccia di cagna, un vero e proprio mostro. Uccide il marito Agamennone e la sua amante, la schiava Cassandra, a colpi di scure … continua
CLITENNESTRA - i morsi della rabbia
di e con Anna Zago
regia Piergiorgio Piccoli
voce Anna Farinello
costumi Elena Ochian
musiche ed effetti Simone Piccoli
produzione Theama Teatro
debutto 16,17,19,20 ottobre 2020 in PRIMA NAZIONALE al 73° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile: crudele, violenta, adultera e assassina è l’incarnazione del male e delle scelte scellerate: per i Greci è una kynopis, faccia di cagna, un vero e proprio mostro. Uccide il marito Agamennone e la sua amante, la schiava Cassandra, a colpi di scure … continua
CLITENNESTRA - i morsi della rabbia
di e con Anna Zago
regia Piergiorgio Piccoli
voce Anna Farinello
costumi Elena Ochian
musiche ed effetti Simone Piccoli
produzione Theama Teatro
debutto 16,17,19,20 ottobre 2020 in PRIMA NAZIONALE al 73° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile: crudele, violenta, adultera e assassina è l’incarnazione del male e delle scelte scellerate: per i Greci è una kynopis, faccia di cagna, un vero e proprio mostro. Uccide il marito Agamennone e la sua amante, la schiava Cassandra, a colpi di scure … continua
CLITENNESTRA - i morsi della rabbia
di e con Anna Zago
regia Piergiorgio Piccoli
voce Anna Farinello
costumi Elena Ochian
musiche ed effetti Simone Piccoli
produzione Theama Teatro
ha debuttato il 16,17,19,20 ottobre 2020 in PRIMA NAZIONALE al 73° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile: crudele, violenta, adultera e assassina è l’incarnazione del male e delle scelte scellerate: per i Greci è una kynopis, faccia di cagna, un vero e proprio mostro. Uccide il marito Agamennone e la sua amante, la schiava Cassandra, a colpi di scure ... continua
INFO E BIGLIETTI Uff. Cultura Comune di Montecchio Maggiore > https://bit.ly/3uW7lD3
VOGLIO PENSARE A SHAKESPEARE - MUTAZIONI NOTTURNE
DI Paolo Lanaro
CON Anna Zago
REGIA Piergiorgio Piccoli
PRIMA NAZIONALE
Già autore di raccolte di poesie ( tra cui Le ore piccole, il Ponte del sale , 2020 e Rubrica degli inverni, Marcos y Marcos, 2016) e di molti altri libri in prosa, ( come Ogni cosa che passa, Cierre edizioni, 2019; La città delle parole -2015), Paolo Lanaro, noto poeta vicentino , approda al testo teatrale per la prima volta proprio durante il periodo del lockdown, di cui scrive in questa sua opera creata proprio per l’attrice Anna Zago.
Dal connubio di questi artisti, e guidati dalla sapiente regia di Piergiorgio Piccoli, nasce questo splendido monologo teatrale, che corre sul filo invisibile che separa realtà e finzione, in una alternanza continua tra il mondo di oggi, segnato dall’emergenza COVID, e quello evocato da Shakespeare nel suo teatro.
INGRESSO – CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
€ 8 IN PREVENDITA | € 10 LA SERA DELLO SPETTACOLO
In caso di pioggia l'evento si terrà all'interno del Teatro Astra
______________
CONTATTI
Theama Teatro
0444.322525 - info@theama.it ( dal lun al ven, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18)
345.7342025 sab e dom di spettacolo
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rassegna MUTAZIONI NOTTURNE - ESTATE 2020, a cura di Theama Teatro, con il sostegno di AIM gruppo, inserita nell’ambito del progetto Viaggio in Città
Estate 2020 a Vicenza in collaborazione con l’Assessorato alle attività culturali del Comune di Vicenza”
CLITENNESTRA - i morsi della rabbia
di e con Anna Zago
regia Piergiorgio Piccoli
voce registrata Anna Farinello
costumi Elena Ochian
musiche ed effetti Simone Piccoli
produzione Theama Teatro
debutto 16,17,19,20 ottobre 2020 in PRIMA NAZIONALE al
73° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA
Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile: crudele, violenta, adultera e assassina è l’incarnazione del male e delle scelte scellerate: per i Greci è una kynopis, faccia di cagna, un vero e proprio mostro. Uccide il marito Agamennone e la sua amante, la schiava Cassandra, a colpi di scure. Ma anche di un’altra storia racconterà Anna Zago in scena, una vicenda a lungo taciuta, fatta di soprusi, attese e tradimenti che la narrazione ufficiale del mito ha spesso censurato.
E la storia di questa Clitennestra, non tanto diversa dai numerosi casi di donne criminali dei nostri giorni, offre lo spunto a importanti riflessioni sulla natura del diritto e della giustizia, sullo stupore come scoperta e come delusione, come improvvisa rivelazione della durezza della vita.
La complessità e la modernità del personaggio sono innegabili: la sua inquietudine, la sua sete d’indipendenza, la sua determinazione, la sua tragicità. Clitennestra ha tradito, ma è stata tradita, ha ucciso il marito, che aveva ucciso e scarificato agli dei la loro figlia Ifigenia. E l’urlo di dolore, la rabbia sconfinata, la solitudine sofferta, l’infinito desiderio di vendetta, ci sono tutti nel potente monologo. Il verdetto è già scritto: niente possibilità di redenzione, Clitennestra è una donna non rieducabile. Ma forse, questo nuovo tribunale potrebbe forse giudicarla diversamente.
Emarginata e confinata dal mito nel girone infernale dei colpevoli e dei reietti, Clitennestra nell’edizione di Anna Zago, rovescia questo gioco, sfrutta la nostra necessità di sentir perdonate le nostre colpe attraverso lo specchio oscuro delle sue, per spiegarci cosa l’ha condotta dentro la gabbia dell’onta e del disprezzo. Noi torniamo da Clitennestra per liberarci dal male; Clitennestra viene a noi e ci chiede, a sua volta, di liberarla. E in questo feroce, disperato rapporto, c’è tutto il senso sacro del teatro.
Link promo > https://youtu.be/62TL9bPBO70





