COGNATE - CENA IN FAMIGLIA con Anna Valle
con Anna Valle,
Guenda Goria e Anna Zago
REGIA DI Piergiorgio Piccoli con la collaborazione di Aristide Genovese
E con Denise Marzari, Nicolò Scarparo, Daniele Berardi, e Marco Barbiero
Produzione Teatro De Gli Incamminati in collaborazione con Theama Teatro
Musiche di Stefano De Meo
Scenografia Palcobase di Adriano Pernigotti
Assistente alla regia Federica Bassi
Service tecnico Sia Idee di Claudio Scuccato
Light designer Simone Sonda, Claudio Scuccato
Questa commedia che ha per protagonisti tre fratelli che, mentre stanno cenando con le rispettive consorti nella casa di campagna di uno di loro, scoprono che è stata invitata dalla moglie di quest’ultimo, anche la sua segretaria: una debordante e seducente creatura che tutti e tre hanno già avuto occasione di conoscere.
Subito cresce la diffidenza nelle mogli e la tensione nei mariti, che mascherano a stento il loro imbarazzo cadendo presto nel panico. Le tre cognate, durante la cena, coltivano i loro sospetti in un crescendo di tensione, la quale esplode in colpi di scena tanto disperati per i protagonisti quanto esilaranti per il pubblico. La famiglia si sgretola in un turbine di meschinerie e cattiverie imprevedibili, per poi ricomporsi in alleanze non prevedibili, mostrandosi irresistibilmente comica fino alla conclusione che riserva un colpo di scena insospettabile.
Éric Assous, attraverso le sue battute affilate, scava nel profondo, in quella parte degli uomini e delle donne in cui albergano vigliaccherie, crudeltà, cattiverie insospettabili e tanta solitudine, anche quando si appartiene ad un nucleo familiare apparentemente unito. Il grande pregio dell’autore francese è l’ironia e la leggerezza con cui rivela le diversità dell’animo umano.
Piergiorgio Piccoli, regista che vanta una lunga esperienza nel genere brillante, conduce un gruppo di attori affiatati, coltivando le diverse caratterizzazioni dei personaggi in un rimbalzo di aneddoti, rivelazioni e impertinenze.
Porta i personaggi a liberarsi dalle convenzioni e a mostrarsi per come realmente sono, permettendo loro inattese trasformazioni e svelandoci così molti comportamenti contraddittori e complessi all’interno delle coppie.
Dietro ogni pacifica tregua e sotto ogni parola reciprocamente taciuta, è nascosta una polveriera pronta a far esplodere, da un momento all’altro, un nuovo conflitto.
Mister Green - con Massimo De Francovich
Mr. Green, un vecchio proprietario di lavanderia in pensione, camminando nel traffico dell’Upper West Side di New York, viene investito da un’automobile. Il conducente della vettura è Ross Gardiner, un giovane uomo impiegato in una multinazionale, il quale viene accusato di guida pericolosa e condannato dalla giustizia ad assistere Mr. Green una volta alla settimana per sei mesi.L’anziano signore abita in un appartamentino al quarto piano senza ascensore e ha bisogno di aiuto per le spese e il resto. Ha sempre mantenuto le tradizioni religiose della sua famiglia, ma si è trovato tristemente solo alla morte della moglie.
La commedia, scandita in scene con ritmo cinematografico, segue dall’inizio queste visite settimanali. All’iniziale diffidenza e conflittualità reciproca, il rapporto fra i personaggi si sviluppa e i due imparano a conoscersi, diventano indispensabili l’uno all’altro, in un continuo gioco in bilico fra confessioni e reticenze. Il dialogo, spesso marcatamente umoristico, mette in luce ferite lasciate aperte per anni nel destino dei protagonisti.
Il testo, andato in scena sui palcoscenici di tutto il mondo, si presta alla riflessione e all’analisi psicologica e vive del dialogo, insieme comico e commovente, fra due generazioni lontanissime.
Mister Green ci parla di fedeltà, di sentimenti e di famiglia.
Mister Green è una delle commedie più rappresentate al mondo negli ultimi vent’anni. È stata messa in scena in quasi 500 versioni teatrali in 45 paesi e in 24 lingue. I molti premi che ha ricevuto comprendono i riconoscimenti come “migliore commedia” in Germania, Israele, Messico, Grecia, Uruguay e Turchia, oltre al premio “Kulturpreis Europe”.
STAMPA INTERNAZIONALE
● “Jeff Baron’s absorbing and touching play is unashamedly old-fashioned. Its humanity leaves a heartwarming spirit.” (NY Law Journal)
● “A cannily crafted comedy-melodrama about friendship, family, openmindedness and forgiveness…a feelgood winner.” (NY Newsday)
● “Baron knows how to stay one step ahead of his audience and give it an experience that is emotionally true…As Mr. Green might have said, What’s not to like?” (Boston Globe)
● “It is doubtful you are likely to encounter a play more enjoyable, more honestly funny and, in the end, more moving than this quite delightful two-hander by Jeff Baron.” (Johannesburg Citizen)
● “Il testo, pur divertente di Jeff Baron, tocca, e non di sfuggita, temi di gran peso che sentiamo pur echeggiare nelle parole dei due interlocutori.” (L’unità)
Mister Green
TITOLO
Jeff Baron
AUTORI
Michela Zaccaria
TRADUZIONI
Massimo De Francovich e Maximilian Nisi
CAST
Theama Teatro
SCENE E COSTUMI
Daniela Padovan
ASSISTENTE DI SCENA
Claudio Scuccato
RESPONSABILE TECNICO
Stefano De Meo
MUSICHE ORIGINALI
Piergiorgio Piccoli
REGIA
In nome della madre - di Erri De Luca
L’adolescenza di Miriàm/Maria smette da un’ora all’altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo.
Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa.
Qui c’è l’amore smisurato di Iosef per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro. Miriàm/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla.
Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille. Le notizie su Miriàm/Maria provengono dalle pagine di Matteo e di Luca.
Qui s’ingrandisce un dettaglio da loro accennato: l’ascensione della natività nel corpo femminile, il più perfetto mistero naturale. E’ in fondo senza peso il concorso maschile in questa storia, senza che se ne senta la mancanza, nonostante la figura di Giuseppe emerga in tutta la sua umanità. Non è scritto nei loro libri che nella stalla c’erano levatrici o altro personale intorno al parto. Partorì da sola. Questo è il maggior prodigio di quella notte di natività: la perizia di una ragazza madre, la solitudine assistita.
“In nome del padre” inaugura il segno della croce.
In nome della madre s’inaugura la vita.
Spettacolo inserito nella IV edizione del Festival Biblico 2008
In nome della madre
TITOLO
Erri De Luca
AUTORI
prosa poetica
GENERE
Anna Zago, Daniele Berardi
CAST
Giovanni Panozzo
MUSICHE
Carloalberto Piccoli
SCENOGRAFIE
Aristide Genovese
ASSISTENTE REGIA
Piergiorgio Piccoli
REGIA



