dalla omonima biografia di Guido Morselli, scritta da Linda Terziroli

con Aristide Genovese, Anna Zago, Piergiorgio Piccoli, Anna Farinello, Daniele Berardi, Carlo Properzi Curti, Daniela Padovan
adattamento drammaturgico Piergiorgio Piccoli
azioni fisiche Greta Bragantini e Ilaria Pravato di Iuvenis Danza, coordinate da Ester Mannato
video e musiche Fabio Ferrando
progetto scenografico e luci Franco Sinico
regia Piergiorgio Piccoli
produzione Theama Teatro

Spettacolo sulla vita di Guido Morselli, consacrato recentemente anche negli Stati Uniti d’America, in occasione della prima traduzione e pubblicazione del suo romanzo Dissipatio H.G., ‘lo scrittore dell’anno e il genio postumo che ha inventato il nostro futuro’.

Spettacolo realizzato per il progetto A casa nostra (anno 2021), nell’ambito dell’Accordo di programma Regione del Veneto e Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, in partnership con Arteven – Circuito Multidisciplinare Regionale e Teatro Stabile del Veneto

“Una luce soffusa accoglie lo spettatore. Un delicato riverbero dentro cui la voce del poeta racconta la malinconia di un pomeriggio d’autunno, l’alzarsi della nebbia, il profilo dei monti […]

L’ allestimento mette in contatto gli snodi fondamentali della vita di Morselli con alcuni passaggi del suo romanzo, “Dissipatio H.G.”, pubblicato post mortem nel 1977. Il risultato è una sorta di macchina del tempo dentro cui le ombre chiedono udienza, vogliono raccontare la loro storia, il loro rapporto con quell’uomo ombroso, enigmatico, in grado d’inventare mondi, ma anche capace di distruggerli nel segno di una scrittura visionaria e potente. Ed ecco avanzare il fratello Mario, la sorella Luisa, il padre Giovanni, la mamma Olga, il professore di filosofia Antonio Banfi, le amiche del cuore Laura e Maria, il capitano Ferrari.

Il ritratto che ne esce è frastagliato, composito, possibilista. Morselli ama la natura, l’arte, la bellezza, ma ciò che più lo stringe nel cerchio stretto del desiderio è la scrittura, alla quale si dedica con passione bruciante per più di trent’anni. Ma nessuno pubblicherà le sue opere. Nessuno placherà il suo furore. Davanti a lui la Browning 7.65, compagna di sempre, la terribile “ragazza con l’occhio nero”. Uno sparo. Morselli se ne va così, in una notte d’estate, con i grilli impazziti e l’abbaiare lontano dei cani.

Costruito sul filo di una memoria incalzante e rapsodica, lo spettacolo sembra muoversi all’interno di una fluttuante bolla temporale. Il movimento è pulito, essenziale. Ciò che più conta sono le voci che indagano le ragioni di una mente lucida, beffarda, che a una quotidianità mediocre, a una solitudine lacerante, a un dolore soffocante, preferisce il volo, il gesto, il confronto risolutivo. 

La sobria regia di Piccoli, incuneandosi in questa assenza, in questo vuoto improvviso, alza il tiro, leviga gli accenti, chiede silenzio. Lo stesso silenzio che accompagna l’estremo congedo di un uomo che, prigioniero di un mondo ormai deserto, lascia in eredità un pacchetto di Gauloises da condividere con chi un giorno si metterà in viaggio per andare incontro a chi non ha mai smesso di aspettarlo. Meritati applausi. (Il Giornale di Vicenza)