drammaturgia Sandro Frizziero, Stefano Spagnolo
con Aristide Genovese
adattamento drammaturgico e messa in scena Aristide Genovese
ambiente sonoro Lorenzo Tomio
regia e montaggio video Corrado Ceron
fotografia video Alberto Bedin
consolle luci e audio Samuel Donà
assistenza tecnica SIAidee
con la partecipazione di Ester Mannato, Bianca Benetazzo e gli allievi FOR.THE – centro di formazione teatrale
produzione Theama Teatro
tratto dal romanzo omonimo di Sandro Frizziero arrivato secondo al Premio Campiello 2020
«In fondo all’Adriatico, a nord, esistono isole filiformi che separano il mare dalla laguna veneta. In una di queste esili terre Sandro Frizziero ha trovato il suo tesoro. Non un forziere di zecchini d’oro, ma qualcosa di infinitamente più prezioso per un romanziere: uno scrigno di passioni brutali e primarie, di ipocrisia, maldicenza, invidia, avidità; vale a dire, tutti i sinonimi dell’amore malinteso».
Tiziano Scarpa
Sommersione, pur presentando le caratteristiche del monologo interiore, trasforma il flusso di coscienza in una confessione “straniata”, durante la quale un vecchio pescatore fa i conti con i fantasmi della propria esistenza.
Le evocazioni sceniche di diversi personaggi si susseguono all’interno dei vari quadri, quasi a ricordare al protagonista il male che hanno subito a causa sua. Così la vicenda narrata diventa una carrellata di episodi legati da un filo conduttore rappresentato dalla “cattiveria” dell’uomo. È il male ad essere messo in risalto, un male compiuto con consapevolezza e analizzato oggi con estrema freddezza e distacco, non a chiedere pietà per gli atti compiuti, ma quasi a gridare l’ineluttabilità di quanto accaduto. Il male inevitabile, ma non rende innocente l’uomo. Tutto il passato è rinchiuso in una casa. Un luogo dove l’inferno è il ricordo, destinato a perpetrarsi all’infinito. Una sirena. La sirena che annuncia l’acqua alta, presagio di una sommersione, scandisce i tempi dell’azione.
Sandro Frizziero nato a Chioggia nel 1987, ha esordito nella narrativa con Confessione di un NEET (Fazi, 2018, finalista al Premio John Fante 2019), che ne attesta originali abilità narrative e grande capacità di disegnare profili psicologici. Tali doti sono state ampiamente confermate dai successivi Sommersione (Fazi, 2020, secondo al Premio Campiello) e Il bene che ti voglio (Mondadori, 2023).